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RASSEGNA STAMPA

“Nineteen Mantras”, l’arte contemporanea che emoziona. Raconto allo spettacolo dell’11 Gennaio all’Auditorium Parco della Musica.

LIVECITY.IT
Federico Armeni
Scritto il 12 Gennaio, 2012

Nineteen Mantras

Vibrazioni fortissime per uno spettacolo tra Tradizione e Contemporanea, Oriente e Occidente, Fuoco e Cielo, con tutte le arti unite per un excursus emotivo del tutto eccezionale, che ha visto protagonista la danzatrice indiana Shantala Shivalingappa, uno splendido corpo di ballo maschile giovanissimo, tre suonatori indiani e un Maestro di Mantras e tre musicisti contemporanei Europei. Il tutto nella mastodontica regia di Giorgio Barberio Corsetti, le coreografie della stessa Shantala, le musiche scritte da Riccardo Nova.

Grazie a una delle rassegne più interessanti e ambiziose della struttura dell’Auditorium parco della Musica, “Contemporanea”, arriva nella Capitale “Nineteen Mantras”, uno spettacolo a più voci
mani, cuori e cervelli, che ha portato in scena un viaggio tra i Mantra indiani, rappresentati con piglio creativo ed attuale.
La forza di questo spettacolo è quella di non lasciarsi radicati a una cultura millenaria e incastonata nel passato, ma di rendere questa attuale ed agibile a tutti gli occhi delle sensibilità odierne.

Un altalenante viaggio tra musica, danza, teatro e cinematografia ha deliziato i fortunati presenti. L’evento è stato sold out, e non è che un piacere sapere che spettacoli di questo tipo vengano incentivati dallo stesso pubblico. Le programmazioni di fatto, le fa il pubblico con le sue scelte. La forza delle immagini, la splendida arte visiva che entra e gioca con i corpi in carne ed ossa, la tecnologia che diventa funzionale ai racconti, che rende possibile l’apparizione di anime che si reincarnano, dee, cavalli bianchi galoppanti, cigni in volo… E ancora, il fuoco nelle mani, l’acqua che sgorga, accanto alle figure divine di un Prajapati, Rudra o Agni, situazioni dove la ritualità si legava al quotidiano, in un viaggio dall’alba alla notte dell’umanità.

C’è anche un delizioso gioco di pedane, dove i danzatori sono acrobati mordaci, animali, ma anche aggraziati e leggeri. Il pubblico non può che ringraziare i corpi e le azioni di attori in scena che sanno dare tanto, grazie alla loro costanza e capacità di disciplina e allenamento. Per il pubblico, non è che pura estasi visiva ed emotiva.
Tutti ci si sente parte di questo spettacolo, l’atmosfera è meravigliosa ed alta. L’unicum a cui fa riferimento la narrazione, ci fa davvero sentire tutti quanti parte di un cosmo, dove ognuno rappresenta qualità, pregi, difetti e limiti. Ognuno esprime sé stesso per ciò che lo caratterizza.
Il viaggio è così fatto sì di riferimenti a divinità e ai mantras cantati, ma ciascuno può davvero far volare l’anima secondo le proprie sensazioni qua, oltre ed altrove. E sicuramente nell’attualità, come il sorprendente frangente in cui improvvisamente gli attori in campo rappresentano i gesti idioti simbolo della nostra presente quotidianità, come il ciuccio della sigaretta e l’ossessivo sguardo verso il telefono cellulare. Davvero una parentesi sull’homo sapiens odierno dovuta in questi 90 minuti di splendido viaggio, nel tempo, nello spazio, nell’ignoto, nel reale e nell’inarivabile.
Meritano menzione tutti quanti coloro che hanno reso possibile “Nineteen Mantras”, dai musicisti Fabio Bagnoli (oboe), Paolo Ravaglia (clarinetto) e Francesco Dillon (violencello), semplicemente magistrali nel far uscire suoni impensabili per strumenti a cui siamo abituati in maniera diversa da quella udita questa sera; l’ensemble indiano cn con violino, voce, kanjira, mridangam e percussioni hanno reso l’atmosfera primordiale; i danzatori Hema Sundari Vellaluru, Paride Biasuzzi, Luigi Corrado, Filippo Del Sal, Jacopo Giarda, Sho Kamiko, Vincenzo Turiano, Francesco Mirabile e Zielinki Jacub; infine le luci di Marco Giusti, le creazioni video di Igor Renzetti, l’attrezzeria di Francesca Rossetti… Sperando uno spettacolo del genere possa riandare in scena, magari per chi purtroppo, per altri impegni, ignoranza o dimenticanza, si è perso un evento davvero di rara bellezza per gli occhi e lo spirito.

Giornale della Musica.it

http://www.giornaledellamusica.it/rol/?id=3786

Il fascino dell’India all’Auditorium di Roma

Miti e storia dell’umanità ripercorsi nei diciannove mantra scritti da Riccardo Nova

Tutto esaurito alla prima delle due rappresentazioni di “Nineteen Mantras”, atteso appuntamento all’interno della stagione di “Contemporanea” al Parco della Musica di Roma. Spettacolo basato su una sorta racconto visionario delle divinità evocate dai Mantra, attraverso episodi delle loro storie mitiche, nel quale si sono incontrate le esperienze artistiche del compositore Riccardo Nova, del regista Giorgio Barberio Corsetti e del coreografo Shantala Shivalingappa. Una ricerca di equilibrio tra la cultura orientale e quella occidentale che si è subito manifestata grazie alla disposizione degli interpreti: a sinistra il gruppo di indiani – tra cui l’ottimo Dr Mysore Manjunath, vera e propria star del violino nel subcontinente asiatico – e a destra i componenti del Parco della Musica Contemporanea Ensemble, impegnati a generare quella vasta gamma di suoni su cui si sono potuti poi esprimere danzatori e acrobati. Nove i quadri dedicati ai miti delle origini contenuti nei Veda, libri sacri della religiosità indiana, nei quali Barberio Corsetti ha saputo individuare, accanto alle figure divine di un Prajapati, Rudra o Agni, situazioni dove la ritualità si legava al quotidiano, in un viaggio dall’alba alla notte dell’umanità. Affascinanti le coreografie di Shivalingappa, complice la bravura di tutti i ballerini, sviluppate su quel mondo sonoro nel quale Riccardo Nova, attraverso l’integrazione tra gli insegnamenti ricevuti da Franco Donatoni e le suggestioni offerte dalla musica orientale, ha voluto ricreare l’esperienza del mantra, parola sacra ma anche formula incantatoria, simbolo e suono.

Giorgio Cerasoli

DOCUMENTARIO

Fondazione Harsharan – Centro Studi Alain Danielou

presenta

Alain Danielou e la Danza degli Dei

(titolo provvisorio)

Un film documentario di Riccardo Biadene

La Fondazione Harsharan – Centro Studi Alain Danielou, impegnata nella
divulgazione delle opere del suo fondatore, l’orientalista e musicologo Alain Danielou, sta realizzando un film documentario dal titolo provvisorio Alain Danielou e la danza degli Dei, con la regia di Riccardo Biadene.

Il film girato tra Occidente (Italia, Francia,Germania, Svizzera, U.S.A.)
e Oriente (India) riscopre i luoghi dove Danielou ha vissuto e operato e nell’incontro con coloro che lo hanno conosciuto e/o studiato svela l’influenza che egli, attraverso la propria dedizione alla diffusione della conoscenza della musica e delle tradizioni, in particolare indiane, ha avuto sulla vita culturale di queste due aree.

Il film sarà prevalentamente composto da interviste e ritratti di luoghi ma anche da disegni e fotografie di cui la Fondazione Harsharan – Centro Studi Alain Danielou possiede un ricco archivio. Abbiamo da poco terminato parte delle riprese a Zagarolo (Roma), Losanna, Parigi, New York, Venezia, Berlino, Vicenza e Montepulciano, e nei prossimi mesi ci recheremo a Torino, Londra e infine in India.

Abbiamo finora incontrato e intervistato Sylvano Bussotti, Stephan Kudelski, Marcel Cellier, Jean Pierre Pastori, Andrè Kudelski, Andrè Larquie, Alberto Sorbelli, Anne Prunet, Raghunath Manet, Jean Paul Cluzel, Jean Clausel, Gabriel Matzneff, Sophie Bassouls, Shantala Shivalingappa, Dominique Nabokov, Francesca Cassio, Roman Vlad, Ivan Vandor, Raffaele Torella, Giorgio Milanetti, Giovanni Giuriati, Carla Bono, Antonio Rigopoulos, Lars Koch, Werner Durand, Peter Pannke, Ken Hurry, Ugo Bonessi, Grazia Marchianò, Roberto Perinu, Amelia Cuni, Anne Toual, Samuel Berthet.

La Fondazione Harsharan – Centro Studi Alain Danielou è stata creata nel 1969 da Alain Danielou (1907-1994). La Fondazione è preposta alla conservazione, la diffusione, la promozione dei manoscritti, gli archivi, i libri, la corrispondenza di Alain Danielou, nonché dispone di un importante Fondo di fotografie di Alain Danielou e Raymond Burnier, che

comprende principalmente foto dell’architettura e della scultura dei templi dell’India. Alain Danielou e la Danza degli Dei è il primo progetto di film documentario che la Fondazione ha scelto di realizzare. Anche in questa produzione, la Fondazione cercherà di avvalersi dell’aiuto delle istituzoni con cui ha in passato tenuto collaborazioni quali l’Unesco, il Consiglio Internazionale della Musica (Ong dell’Unesco), il Museo della Fotografia di Losanna, Casa Asia di Barcellona,l’Istituto Interculturale di Musica Comparata di Venezia, la Rudra Bejart Ballet School di Losanna, le Alliance Francaise (sedi di Francia, Italia e India), dell’ICCR (Indian Council for Cultural Relations) e dell’IIC (Indian International Center). Questi legami costruiti durante gli anni di attività di Alain Danielou e in seguito curati dalla Fondazione Harsharan cercheranno di garantire visibilità al progetto in Europa ed in India e ottenere adeguate opportunità distributive.

SOLISTICE

Solstice

Lo Straniero e l essenza della
Lo Straniero è l’essenza della

La sera del 20 giugno 2012 alla Fondazione Harsharan, nella sede di Zagarolo ‘Les Solstices al Labirinto’, è stato festeggiato come di consueto con l’accensione di un grande fuoco, il solstizio d’estate.
Nel corso della serata il gruppo teatromusicale AION TEATER ha presentato alcuni estratti de “Lo straniero” e da una messa in atto dei Canti Orfici ispirata a Dino Campana, mentre il pianista Robert Bisha ha eseguito al pianoforte di Alain Danielou lo stesso raga eseguito molti anni fa alla presenza di Terry Riley al Conservatorio di Vicenza.

Lo Straniero è l’essenza della condizione umana alla ricerca delle proprie radici profonde. Marsel Lesko – Musiche, maschere, danze e voce in un unico flusso.

Fotos: Mario D’Angelo Marsel Lesko, scrittura scenica, voce e danza Robert Bisha, piano e violoncello

Federico di Maio, percussioni e flauto Magda Saba, maschere e danza

I momenti in assoluto più magici sono i solstizi e gli equinozi. Essi non sono una creazione dell’uomo, e non riguardano solamente la nostra piccola terra, né solamente il sistema solare, ma il cosmo nella sua interezza. L’uomo è capace di prevederne la data questo 20 giugno alle ore 23.09 UTC, ovvero alle ore 00.08 del 21 giugno alla nostra longitudine, ma in nulla può modificare quest’evento: Volontà degli Dei! Come d’abitudine accenderemo un fuoco esattamente in questa data, a quest’orario. Jacques Cloarec

ARTICOLI

La Cavigliera lega la sposaLa Cavigliera d’Oro, Shilappadikaram

Shilappadikâram, La cavigliera d’oroPrincipe Ilango Adigal
Tradotto dal Tamil da Alain Daniélou e R.S. Desikan CasadeiLibri Editore
Porte d’Oriente
Traduzione italiana di Pietro Faiella.

Lo Shilappadikâram capolavoro della letteratura tamil attribuito al principe ilangô Adig (III-V sec) per la prima volta tradotto in italiano.

Nell’antica città di Puhar il giovane e ricco Kovalan, sposo della bella Kannaki, si invaghisce di Madhavi, sensuale cortigiana, disperdendo tutta la sua fortuna. Privo di mezzi, assieme alla fedele Kannaki, arriva a Madurai, nel regno di Pandya, dove tenta di vendere la cavigliera d’oro della moglie. Il mercante di preziosi, convinto d’aver di fronte un ladro, lo consegna subito al sovrano. Il re ordina ai suoi di recuperare la cavigliera e fa uccidere Kovalan senza senza indagare. Kannaki, abbandonata e sola, con la potenza della sua virtù, genera l’incendio di Madurai scatenando sul regno di Pandya l’ira degli dèi.

 

EVENTI

Conferenza stampa di presentazione dei programmi dell’Istituto Interculturale di Studi Musicali Comparati

Venezia, Isola di San Giorgio Maggiore

L’Istituto Interculturale di Studi Musicali Comparati (IISMC) della
Fondazione Giorgio Cini propone, a partire dal 15 marzo, per tutto il 2012 un ricco programma di seminari, eventi, concerti e spettacoli di musica e teatro con maestri e artisti di fama internazionale, provenienti da Cina, Turchia, Armenia e Libano secondo la tradizione dell’Istituto di promuovere la conoscenza delle più alte forme d’espressione delle diverse culture musicali del mondo contemporaneo.

Il programma verrà illustrato nel dettaglio a giornalisti e pubblico in una conferenza stampa che si terrà mercoledì 14 marzo 2012 alle ore 11.00

Parteciperanno
Giovanni Giuriati, Direttore dell’IISMC
Angela Fiorella, Comune di Venezia
Marco Ceresa Direttore Istituto Confucio presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia Enrico Bettinello, Teatro Fondamenta Nuove

SEMINARIO DI ETNOMUSICOLOGIA

Prospettive di una musicologia comparata nel XXI secolo: etnomusicologia o musicologia transculturale? a cura di Francesco Giannattasio 24 – 26 gennaio 2013, Fondazione Giorgio Cini, Venezia
in collaborazione con il Dipartimento di Filosofia e Beni Culturali, Università Ca’ Foscari Venezia

L’ISTITUTO INTERCULTURALE DI STUDI MUSICALI COMPARATI (IISMC)

Fondato nel 1970 da Alain Daniélou in collaborazione con l’International Institute for Comparative Music Studies and Documentation di Berlino, l’IISMC promuove la conoscenza delle più alte forme d’espressione delle diverse culture musicali organizzando ricerche, seminari e conferenze. A partire dal 1979, grazie ad un iniziale contributo dell’Unesco, si dedica inoltre, con la direzione di Ivan Vandor e poi di Francesco Giannattasio, alla didattica musicale mediante l’offerta di corsi teorico-pratici dedicati alle tradizioni strumentali e vocali delle diverse parti del mondo. Divenuto nel 1999 uno degli Istituti della Fondazione Giorgio Cini, l’IISMC è ora diretto da Giovanni Giuriati.
Comitato Scientifico

Francesco Giannattasio (Presidente), Maurizio Agamennone, Vito Di Bernardi, Serena Facci, Giovanni Giuriati I programmi potrebbero subire modifiche. Per aggiornamenti consultare www.cini.it