Open/Close Menu Alain Daniélou Sito ufficiale

I Quattro Sensi della VitaISBN : 88-7305-651-2

E la struttura dell’India tradizionale
Storia, religione, etica e filosofia dell’Ibdia illustrate da uno dei suoi maggiori studiosi contemporanei

Neri-Pozza/Vicenza 1998, 2003.
“Traduzione di Francesco Fonte Basso In questo volume Alain Daniélou, uno dei massimi esperti del pensiero orientale, prende in esame l’India: la sua religione, il perché della divisione in caste, la sua etica, la sua filosofia. 224p.

«L’indù vive nell’eternità»: con questa affermazione si apre questo libro che delicatamente ci prende per mano e ci conduce nei misteri della civiltà indiana, così estranea e affascinante, distante e seducente per noi. Con la sua prosa chiara ed elegante, Alain Daniélou ci fa penetrare nell’universo di una cultura che percepisce, appunto, in ogni cosa, in ogni destino, la presenza immediata, l’azione diretta delle forze divine, e considera perciò la storia come l’evento delle relazioni tra gli dèi, gli esseri permanenti, e il mondo effimero dei viventi. Chi erano, però, gli arii, il popolo di pastori dalla pelle bianca che discesero dalle steppe che fanno oggi parte dell’ex Unione Sovietica e irruppero in gran numero nel Puñjab, il paese dei cinque fiumi che si riuniscono nell’estuario dell’Indio, portando questa concezione dell’eternità? E chi erano gli asura, il popolo dalla pelle scura che onorava il fallo e il serpente e che formò poi la base delle future caste inferiori? E perché gli arii, per assicurare a ogni fascia di popolazione un mezzo di sostentamento inviolabile e il diritto di mantenere le proprie credenze, inventarono il sistema delle caste? E una lingua così raffinata e perfetta come il sanscrito? In questa straordinaria introduzione alla civiltà indiana, Alain Daniélou non soltanto chiarisce i punti salienti della storia dell’induismo, ma ne mostra anche il contenuto più essenziale. Il titolo I quattro sensi della vita allude ai quattro «sensi» particolari che, nell’induismo, devono essere pienamente realizzati dall’individuo se intende raggiungere lo scopo finale e supremo, la liberazione dalla finitezza, dalla catena delle rinascite, dalla sofferenza e dal dolore. I quattro sensi della vita sono: Dharma, il dovere, la virtù, la realizzazione di sé sul piano morale; Artha, l’acquisizione di ricchezza e successo, la realizzazione di sé sul piano materiale; Kama, il piacere, la realizzazione di sé sul piano sensuale, e infine Moksha, la liberazione finale, la realizzazione di sé sul piano spirituale. Per quanto importanti possano essere i doveri, i compiti e i piaceri su questa terra, è evidente che per lo spirito indù uno solo, in definitiva, è lo scopo della vita e l’obiettivo vero, degno di essere perseguito, dell’esistenza di ogni persona, come ricorda il proverbio sanscrito: L’uomo deve sacrificarsi alla famiglia, deve sacrificare la famiglia alla casta, la casta al Paese, il suo Paese al mondo, e il mondo a sé stesso.