Open/Close Menu Alain Daniélou Sito ufficiale

Un profilo di Consoli dell’uomo che, tra i molti meriti, ebbe quello di introdurre da noi lo yoga e il kama-sutra originali.

Daniélou: fece conoscere all’Occidente il vero Oriente

(…) Alain Daniélou è stato e resterà per lungo tempo la fonte più autorevole, in tutto il mondo occidentale, alla quale rivolgersi per avere una conoscenza seria, informata, non folkloristica, della spiritualità e della religiosità hindou alla quale, del resto, si era convertito, assumendo il nome di “Protetto di Shiva” (“Shiva Sharan”).
Al momento di regalarmi una copia autografata del suo “Kama-Sutra”, mi chiese se volevo essere io ad occuparmi della traduzione in italiano. Diedi un’occhiata al volume: più di 600 pagine con centinaia di parole astruse (Ujjvala Nilamani, Chhanda Vedânga, Mudhadûtî…) e di concetti non facilmente digeribili. Non me la sentivo proprio di assumermi una simile responsabilità, anche si mi aveva garantito ogni assistenza ed anche se la sua fiducia in me arrivava al punto di avermi ribattezzato con un appellativo particolarmente spiritoso! Così, e con molto dispiacere, declinai l’offerta di quello che considero uno dei sette maestri più decisivi nella mia formazione (e forse più decisivo di tutti).

(…)Non bisogna dimenticare, l’influenza che ebbe addirittura sulla sua stessa amatissima India. Fu Daniélou a dimostrare (prove alla mano) che l’omosessualità non era un “infamante prodotto d’importazione occidentale” ma aveva le sue radice nel più profondo dell’anima indiana. “Le Monde” (articolo di André Velter), ha ricordato come la sua “azione, che portava avanti in condizioni talvolta difficile, ebbe un’influenza considerevole: non soltanto permise la riscoperta della musica artistica asiatica in Occidente ma assicurò anche, per un effetto di rimbalzo, la presa in considerazione e la preservazione di queste musiche tradizionali sul loro stesso territorio”.
Nel 1980 si era ritirato definitivamente in Italia dove, non lontano da Roma, possedeva da tempo una meravigliosa abitazione immersa nel verde della campagna laziale che si era dilettato ad affrescare perché Daniélou (me ne stavo quasi per dimenticare) era anche un bravo pittore.
Non mi sembra inutile ricordare che se una delle nostre pubblicazioni si chiama “Sabazio”, ciò è conseguenza di uno dei suoi libri più straordinari e di più profondo impatto: “Shiva e Dioniso”. E proprio sul numero 12 di “Sabazio” è apparso il suo ultimo intervento dal titolo “Eros in India” nel quale affrontava ampiamente il tema dell’omosessualità in questo grande paese asiatico.

Traduzione: Massimo Consoli

Data: marzo 1994

Sorgente: Romagnasera n. 5