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Siva e DionisoISBN : 8834006690

La Religione della Natura e dell’Eros.
Astrolabio, Roma 1980.
Partendo dall’assunto che l’Occidente ha perduto la sua tradizione separando l’uomo dalla natura e dal divino, Daniélou ci esorta a riconoscere nelle credenze e nei rituali del mondo occidentale antico una stretta affinità con lo Sivaismo da recuperare. 228 p.

Lo Shivaismo, Culla Del Tantrismo di Selene Calloni
dal sito www.holosinternational.org/mantraIa.htm In quanto principio creatore, Shiva non profferisce il mondo, lo danza”. (A.Daniélou “Shiva e Dioniso”, Ubaldini Editore, Roma, 1980)

Lo Shivaismo è una religione nata nella preistoria umana, la sua origine è così antica da farci pensare che esso possa presentarsi ovunque nel mondo come “una delle fonti principali delle religioni successive” (A. Daniélou, op. cit.).

Lo Shivaismo è una religione che trae ispirazione dalla natura stessa, esso ha trovato in India un fertile terreno di espressione e di conservazione, benché non esista “alcuna prova che il suo luogo d’origine sia stato l’India attuale, perché ne vediamo comparire quasi simultaneamente in varie parti del modo i riti e i simboli” (A: Daniélou, op. cit.).

“La sua forma occidentale, il Dionisismo, rappresenta anch’essa uno stadio in cui l’uomo è in comunione con la vita selvaggia, con le bestie della montagna e della foresta” (A: Daniélou, op. cit.). Mentre nell’antico Egitto ricordiamo il culto di Osiride, che può essere identificato con il Culto di Shiva e quello di Dioniso.

Shiva è una figura universale, senza patria e senza tempo. Ma lo sviluppo del culto delle regole, della morale, della ragione e dei modelli di realtà costruiti dalla mente, che hanno caratterizzato le società e le religioni successive, hanno messo al bando lo Shivaismo, al punto che esso ha potuto sopravvivere solo nascondendosi nella segretezza dei propri iniziati. Dovendo restare oscuro ai più, lo Shivaismo si è conservato come il tesoro più prezioso e segreto di ogni cammino iniziatico che miri alla conoscenza e al risveglio della natura umana.

“Non esiste vera iniziazione che non sia shivaita. Tutti i culti esoterici hanno carattere shivaita o dionisiaco” (A. Daniélou, op. cit.). Shiva è il cuore celato di ogni iniziazione esoterica, poiché egli è la raffigurazione del potere segreto nascosto nell’uomo, ecco, dunque, perché non vi è psicologia del profondo che non tenda a ricondurre l’individuo alla riscoperta del Grande dio Shiva che è in lui.

Trovando Shiva in sé stesso, l’uomo conosce e risveglia il proprio potere naturale. Ma, mentre gli influssi della grande svolta evolutiva prossima a venire si fanno sentire nell’umanità, ora che l’Età dell’Oro sta incominciando a dissolvere il buio del Kali Yuga, è possibile che Shiva possa risorgere dalle profondità dell’animo umano per guidare quanti non si sono mai arresi fino in fondo alla distruzione perpetuata dalle città ai danni della natura e non hanno mai del tutto rinunciato alla propria animalità, alla danza, alla gioia, alla fede, a quel sogno di libertà che fa di un qualsiasi individuo un essere umano?

Selene Calloni si occupa di attività olistiche da oltre quindici anni. Dopo aver trascorso numerosi anni in Oriente, si è laureata in psicologia con una tesi sullo Yoga Integrale. E’ autrice di vari articoli e libri sullo Yoga e sullo Sciamanesimo.

Il Poster di Mario Giampà e Francesca Fiorespino
dal sito www.sicap.it/~merciai/papers/giampa.htm

Concordiamo con A. Daniélou:” La verità è una. Non esistono una sapienza orientale e una occidentale, una scienza che si contrappone alla religione. Esse altro non sono che forme diverse di una stessa ricerca. Secondo René Guénon: ‘Non si tratterebbe insomma che di un ripristino di quel che già esistette prima della deviazione moderna con gli adattamenti necessari alle condizioni di un’altra epoca…L’Oriente potrebbe soccorrere l’Occidente, semprechè questo lo voglia: non per imporre ad esso concezioni estranee, come alcuni sembrano temere, ma per aiutarlo a ritrovare quella sua tradizione di cui ha perduto il senso’ (René Guénon, La crisi del mondo moderno)”.

Intervento di M. Blondet alla «Giornata internazionale per la vita»
Dal sito www.kattoliko.it/leggendanera/bioetica/blondet_aborto.htm

Nella temperie culturale di questi grandi scrittori, c’è anche Danielou, Alain Danielou, uno shivalta che era il fratello del cardinale. Egli è un banditore, un esperto di induismo, che diceva molto seriamente che bisogna ritornare ai sacrifici umani perché questi, nelle società arcaiche, sostituivano le guerre. Le uccisioni senza senso – anarchiche, diciamo – che si trovano nella società contemporanea.

Egli dichiarava molto seriamente che bisognava tornare ai sacrifici umani. Restituire all’omicidio il suo significato originario di sacramento del nulla. il sacrificio umano è specificamente portare l’uomo nel nulla: è il sacramento tipico del dionisismo shivalta e dello shivaismo.

Ciò può sembrare un po’ strano perché poi quegli stessi ambienti sono, per esempio, contrari alla pena di morte. Ma non in generale, ovviamente, perché la pena di morte, la morte del colpevole, non vale come sacrificio, non è sacrale. Quello che è sacro è la morte dell’innocente.